Un riflessione interessante sull’importanza del digitale sulla carta. Forse il ragionamento va fatto sull’importanza di leggere i giornali e non sullo strumento utilizzato per leggerli !
Ad aiutare questo approccio l’ultima ricerca di Audipress, ente ufficiale di riferimento per la lettura della stampa quotidiana e periodica in Italia.
Dal 2014 al 2020, sono andati persi 5,68 milioni di lettori nella giornata media. Di questi, ben 2,23 milioni sono spariti fra il 2019 e il 2020, nonostante l’emergenza sanitaria abbia costretto tutti a casa. Anche i fruitori delle “repliche digitali” nella giornata media non raggiungono il milione (sono 965 mila), dunque nel nostro Paese si legge poco.
Le regioni dove è maggiormente diffusa l’abitudine all’acquisto del quotidiano sono la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Lazio. Chi legge possiede una laurea o un diploma ed è disposto a pagare un abbonamento. Gli altri “curiosano” tra le pagine, soltanto quando la lettura è gratuita.
Il cartaceo vince sul territorio
Esiste un problema di concezione del prodotto-giornale al quale i continui redesign non danno risposta, è evidente. Ma in questo incessante décalage persistono la rilevanza delle testate a diffusione regionale e l’attaccamento al cartaceo da parte degli esperti dell’informazione. Sebbene i talk show mostrino sempre i volti dei professionisti che provengono dai quotidiani più diffusi, la spina dorsale del settore continua ad essere rappresentata dalla cronaca locale. I lettori, che attraverso la Rete si informano in tempo reale sulle grandi questioni politiche e sociali, al proprio giornale chiedono che cosa succede sul territorio, chi nasce, chi muore, come si accede ai servizi sanitari, perché il sindaco o il presidente della Regione abbiano assunto una certa delibera.
Questo articolo che si riferisce al mercato italiano può essere sicuramente adottato per il nostro mercato ticinese.
Quindi, leggete i giornali !